giovedì 17 novembre 2016

Quanto è affidabile, l'affermazione: "La tua casa è antisismica" da parte di un ingegnere?

Definizione di antisismicità.


Sembrerà bizzarro, ma dare ad un edificio l'aggettivo "resistente" nei confronti delle azioni sismiche può essere interpretato male nel pensiero comune.
Si può definire un edificio antisismico in diversi modi:

  • dal punto di vista reale
  • dal punto di vista normativo
  • dal punto di vista ingegneristico

Antisismicità reale

E' la definizione più semplice:
Un edificio è antisismico se resiste (non crolla) ai terremoti che incontra durante la sua vita utile (periodo di utilizzo). 
Questa definizione è quella che intrinsecamente ha ognuno di noi nella propria mente. Direi che è una definizione "ovvia".

Antisismicità in senso normativo

Per la legge:
Un edificio è antisismico se rispetta i criteri prestazionali della normativa tecnica vigente in materia di costruzioni in zona sismica.(*)
Già questa definizione è sensibilmente differente dalla precedente in quanto non ci si chiede se l'edificio resisterà ai terremoti, ma se questo è conforme a delle regole tecniche (seppur scaturenti da concetti scientifici) riportate in una norma (una legge).
In sostanza, avere il bollino dell'edificio antisismico non ci tutela in maniera certa ed assoluta dal crollo del collasso strutturale durante un evento sismico.
Si può dire che in questo caso vengono tutelati l'impresa costruttrice e i tecnici che hanno progettato, diretto e collaudato la nostra abitazione.
E' una definizione, quella in senso giuridico, necessaria per tutelare chi dietro scrupolosa attività professionale ha assunto una responsabilità "a vita" sulla sicurezza delle persone che abiteranno lo stabile.
Le normative per gli edifici in zona sismica discendono dalla definizione ingegneristica dello status di edificio antisismico.
Come in tutti i paesi del mondo, con il passare degli anni, la scienza si evolve e le leggi, di conseguenza, cambiano per cui l'edificio che ieri era a norma oggi probabilmente non lo è più. Attenzione ho volutamente scritto non a norma in luogo di non antisismico perché le due cose non sono direttamente collegate.
L'entrata in vigore di una nuova legge implica che da quel momento in poi non è più ammesso costruire come in precedenza (con le regole di prima). D'altro canto, però, se la nuova norma nasce da una rivalutazione dei carichi sismici a seguito nuovi studi da parte della comunità scientifica, allora potrebbe verificarsi che quello che prima veniva considerato antisismico oggi non viene più ritenuto tale.
Un edificio degli anni '60 o '70 non è sicuramente rispondente alle richieste prestazionali delle odierne normative, e con una certa probabilità potrebbe non essere in grado di resistere al terremoto severo descritto dalle leggi di oggi. Ciò nonostante non è escluso che riesca a rimanere in piedi durante un sisma distruttivo.
La norma ovviamente non può obbligare i proprietari di vecchi immobili ad adeguare sismicamente le proprie abitazioni perché sarebbe impensabile, soprattutto in un periodo di crisi economica come quella che sta investendo l'Europa e non solo.
L'unica cosa che può essere fatta è promulgare leggi che attuino una politica di miglioramento della sicurezza sismica a partire dagli edifici più importanti (quelli rilevanti e quelli strategici).
In effetti nel 2003, a seguito del terremoto di San Giuliano di Puglia (guarda la coincidenza) fu promulgata un'ordinanza l'O.P.C.M. 3274/2003, in cui si diceva che tutti gli edifici rilevanti (scuole, stadi, strutture pubbliche con grande affollamento) e quelli strategici (caserme, stabilimenti della protezione civile, edifici comunali, prefetture, comandi di polizia, e strutture per la gestione delle emergenze) dovevano essere censiti in termini di vulnerabilità sismica e poi assoggettati ad interventi di miglioramento sismico.

(*) le principali norme in materia di edilizia in zona sismica sono:
d.m. (MIT) 14 gennaio 2008
legge 2 febbraio 1974, n. 64

Antisismicità in senso ingegneristico

Per un ingegnere dire che una struttura è resistente ai terremoti vuol dire tante cose.
Quando questi progetta un edificio è conscio del fatto che non può prevedere con certezza quali saranno i carichi a cui la struttura sarà sottoposta durante la sua vita utile, ma sa che statisticamente, con una certa probabilità ritenuta idonea allo scopo, i carichi non supereranno un certo valore. Idem per le azioni sismiche; le forze orizzontali che vengono utilizzate per progettare gli edifici sono frutto di una elaborazione statistica, come lo è pure per tutti gli altri carichi (neve, vento, escursioni termiche, urti, esplosioni, affollamenti, veicoli in transito, ecc).
Questi carichi di natura statistica vengono utilizzati per determinare gli stati di sollecitazione degli elementi strutturali attraverso dei modelli matematici che tentano di spiegare fenomeni di comportamento molto complessi (si pensi al comportamento di una muratura in pietrame disordinato cioè a ciotoli di fiume). Anche i modelli matematici quindi hanno un certo errore residuo, errore che va diminuendo man mano che la ricerca va avanti.
Un'altra cosa che l'ingegnere non sa quando progetta un edificio sono la reale resistenza e comportamento dei materiali, che seppur prodotti con procedure standard ed in regime di controllo della qualità hanno caratteristiche che sono ricomprensibili intorno ad un valore caratteristico con una certa tolleranza fissata per legge.
Si può quindi dire che un ingegnere progetta un edificio utilizzando carichi che probabilmente non saranno più intensi di un certo valore, per ottenere uno stato di sollecitazione della struttura attraverso modelli matematici più o meno aderenti alla realtà, da confrontare con delle resistenze che dovrebbero essere con buona probabilità inferiori a quelle che poi si avranno nella realtà.
Tutto ciò potrebbe sembrare un modo diverso di dare i numeri al lotto ma non è esattamente così; progettare in questo modo (per così dire precario) è possibile se si lavora con un rischio accettabile.
Ma qual'è il rischio accettabile?
Tutte le moderne normative che hanno come tema la sicurezza delle persone ritengono accettabile il rischio di perdita di vite umane se è pari o inferiore a al rischio che ha una persona di morire a seguito di un evento accidentale (incidente automobilistico, malattia, assassinio, caduta di un aereo, ecc..).
Quindi se, durante la fase di progettazione, la somma di tutte le probabilità a nostro sfavore è inferiore a quella della morte accidentale possiamo ritenere che l'edificio è sicuro.
Qualcuno potrebbe dire: "perché non innalziamo la sicurezza?", semplice, perché è economicamente non conveniente in quanto non abbassa la probabilità di morte (rimane comunque la probabilità di incappare in un evento accidentale di natura diversa da quella sismica).
Quindi, ingegneristicamente parlando, potremmo dire che:
Un edificio è antisismico se, con molta probabilità, sarà in grado di resistere al terremoto di progetto che è statisticamente atteso nella zona in cui esso verrà costruito.
.......ma non finisce qui.

Per un ingegnere l'edificio antisismico è intelligente in quanto è in grado di comportarsi in modi differenti a secondo del tipo di terremoto che lo investe.
Quello che abbiamo descritto fin'ora è la sicurezza relativa alla salvaguardia della vita (quello che le norme attuali chiamano Stato Limite di salvaguardia della Vita - SLV) ma non c'è solo questo aspetto da tenere in conto quando si progetta un edificio.
Le strutture antisismiche devono essere in grado di non danneggiare le componenti non strutturali (tamponature, tramezzature interne, impianti, controsoffitti, ecc...) nel momento in cui vengono investite da un sisma di media intensità. Questo perché se l'edificio non crolla ma si danneggia gravemente produce un danno economico forte all'utenza (e di conseguenza all'economia nazionale), ma soprattutto, con particolare riferimento alle strutture strategiche (ospedali, caserme, prefetture, sedi protezione civile, ecc...) producono uno stato di inagibilità che determinati edifici non possono permettersi durante una fase di gestione dell'emergenza (vd. ospedale de L'Aquila che dopo il sisma del 2009 rimase in piedi ma totalmente inagibile).
Quindi, ingegneristicamente parlando, potremmo anche dire che:
Un edificio è antisismico se per un terremoto di media intensità si danneggia in modo tale da non produrre pericolo per le persone all'interno, conservando, al tempo stesso, una sostanziale integrità della struttura (può essere utilizzato immediatamente o in pochissimo tempo).
Quanto appena detto, all'interno delle moderne normative riguardanti le costruzioni antisismiche, è noto come Stato Limite di Danno - SLD.

Alla fine di tutto quanto esposto possiamo dire che:
Ingegneristicamente parlando, un edificio si definisce antisismico se ha ottime probabilità di tutelare la vita delle persone quando viene investito dal peggiore terremoto che statisticamente si attende nella zona in cui è stato realizzato ed allo stesso tempo riesce a danneggiarsi, senza procurare pericolo alle persone, quando viene investito dal sisma di media intensità (statisticamente atteso per quel sito) garantendo una agibilità quasi immediata dei locali interni.
Per concludere, è errato pensare che un edificio antisismico resiste a tutti i terremoti del mondo, così come è altrettanto errato pensare che in un determinato posto possa verificarsi qualsiasi tipo di terremoto.
Ogni zona ha una sismicità specifica........... ma questa è un'altra storia.


To be continued.......

sabato 12 novembre 2016

Capire gli esisti di agibilità

A seguito delle scosse registrate negli ultimi mesi le pubbliche amministrazioni, i comandi VV.FF. ed il Dipartimento di Protezione Civile hanno effettuato innumerevoli sopralluoghi al fine di definire il grado di agibilità degli edifici.

La scheda AeDES

Quando un tecnico, o un gruppo di tecnici, visitano un immobile colpito da un evento sismico svolgono tutta una serie di operazioni che possiamo elencare come segue:
  1. identificazione dell'edificio (nome, indirizzo, dati catastali, tipologia d'uso, ecc...)
  2. descrizione dell'edificio (estensione planimetrica, altezza, forma, volumetria, numero di piani, data di costruzione, ecc.)
  3. descrizione della tipologia strutturale (muratura, acciaio, c.a., legno, ecc.)
  4. descrizione delle caratteristiche strutturali (presenza di solai rigidi, solai deformabili, volte, coperture spingenti, ecc.)
  5. rilievo del danno visibile e sua estensione in percentuale rispetto all'intero edificio (danno alle strutture verticali, danno ai solai, danno alle tramezzature, danno agli impianti, ecc.)
  6. assegnazione dell'esito di agibilità (A, B, C, D, E, F) sulla base di quanto descritto e rilevato ai punti precedenti
  7. eventuale prescrizione di interventi da effettuare per il ripristino dell'agibilità o per la messa in sicurezza dello stabile (in caso di edificio pericolante)
tutte queste operazioni vengono descritte/annotate in una scheda identificata come "Scheda AeDES".
Questa scheda viene fornita a tutti i tecnici rilevatori in modo da avere un insieme di dati omogenei e quindi confrontabili (tutti i tecnici riportano le informazioni allo stesso modo valutando ciò che vedono sulla base dei medesimi principi).

Gli esiti di agibilità

Gli esiti vengono dati sulla base di alcune considerazioni che sono ben descritte nel manuale di compilazione della scheda AeDES, infatti in esso si definiscono i principi ispiratori che il tecnico rilevatore deve tenere in conto per poter formulare il giudizio sullo stato in cui versa l'immobile:

La valutazione di agibilità in emergenza post-sismica è una valutazione temporanea e speditiva – vale a dire formulata sulla base di un giudizio esperto e condotta in tempi limitati, in base alla semplice analisi visiva ed alla raccolta di informazioni facilmente accessibili – volta a stabilire se, in presenza di una crisi sismica in atto, gli edifici colpiti dal terremoto possano essere utilizzati restando ragionevolmente protetta la vita umana.

Quindi l'esito positivo di agibilità cioè quello di tipo A non sottintende che l'edificio è antisismico ma ci dice che l'edificio è ragionevolmente sicuro per la vita umana all'interno della crisi sismica che si sta attraversando in quel momento. E' un giudizio molto delicato da esprimere, ed il tecnico rilevatore fa un assunzione di responsabilità importante anche se non piena in quanto si tratta sempre di un parere espresso tramite rilievo visivo e sulla base della propria esperienza professionale, e quindi non suffragato da calcoli e misurazioni dirette.

Gi esiti possibili sono in tutto 6 come è possibile vedere dall'immagine seguente.


nella tabella manca l'esito A che è ovviamente assegnato agli edifici "Agibili".

Esito A
L'edificio è agibile, non è detto che sia anche antisismico, ma sulla base del rilievo effettuato si può ragionevolmente pensare che la vita degli utenti è sicura pur in presenza della crisi simica in atto.

Esito B
In questo caso effettuando alcuni lavori, per così dire, "di tipo leggero" si può rapidamente eliminare la condizione di inagibilità (es. riparazione fessure tramezzi, sistemazione di tegole di copertura, riparazione di elementi non strutturali non sicuri o in pericolo di distacco, ecc.).

Esito C
Una parte dell'edificio non potrà essere utilizzato durante la crisi sismica in quanto necessita di lavori importanti che necessitano di un progetto approfondito e basato su dei calcoli specifici.

Esito D
Il tecnico rilevatore è costretto a rendere inagibile l'edificio perchè non ha auto la possibilità di valutare in maniera completa o con sufficiente approfondimento le criticità dell'edificio e quindi si riserva di effettuare ulteriori sopralluoghi (ad esempio non è riuscito ad accedere ad alcune parti dello stabile).

Esito E
L'edificio è inagibile. sarà necessario effettuare un progetto di interventi di rinforzo (oppure effettuare un intervento di sostituzione edilizia - demolire e ricostruire daccapo) basato su calcoli ad opera di un tecnico abilitato per legge.

Esito F
L'immobile è inagibile, non perché ha delle problematiche di tipo strutturale, ma perché nelle immediate vicinanze c'è qualcosa (edifici, massi pericolanti, frane che stanno per attivarsi) che può arrivare sull'edificio danneggiandolo seriamente con conseguente rischio per la vita degli utenti.
Eliminando il pericolo esterno è possibile ripristinare (se l'edificio non è nelle condizioni degli esiti precedenti) ripristinare l'agibilità.

Quali sono le strutture antisismiche?

Tecniche costruttive a confronto

Le strutture degli edifici possono essere realizzate con materiali diversi e secondo principi di funzionamento differenti.
Qualunque esse siano hanno pari dignità nell'ingegneria antisismica, cioè, è possibile realizzare un edificio antisismico con ognuna di loro.
D'altro canto non si può dire che tutte le strutture siano uguali, in quanto ognuna ha delle caratteristiche proprie che la rendono idonea o meno idonea allo scopo che si intende raggiungere.
Per capire meglio facciamo un esempio: se si intende costruire un grattacielo i materiali che verranno utilizzati saranno sicuramente il cemento armato o l'acciaio (o ambedue contemporaneamente), se invece volessi realizzare un residence turistico in montagna probabilmente utilizzerei la muratura ed il legno.
In conclusione, una volta individuato l'obbiettivo da raggiungere con la nostra costruzione, si sceglie la tipologia materica e/o strutturale da adottare in quanto la più funzionale allo scopo.
Andiamo a vedere maggiormente in dettaglio le cose.

I materiali con cui si realizzano le strutture

Quelli più utilizzati in Italia sono:

  • Cemento armato (in realtà sono due materiali combinati il calcestruzzo e le barre di acciaio)
  • Acciaio
  • Muratura
  • Legno

ma esistono anche altre possibilità quali:

  • Alluminio
  • Polimeri fibro-rinforzati (solo piccole strutture - no edifici)
  • Bamboo
  • Vetro (solo piccole strutture - no edifici)
  • Combinazione di materiali sopra elencati

Cemento armato
Il cemento armato (di seguito si scriverà "c.a.") è un materiale che può essere modellato in quanto viene impiegato allo stato fluido (diciamo impropriamente liquido) per cui assume la forma del cassero o cassaforma (contenitore in cui viene gettato in attesa dell'indurimento) all'interno della quale indurisce ed assume le proprietà meccaniche (rigidezza e resistenza) necessarie per sorreggere i carichi durante la vita di utilizzo dell'edificio.
E' molto utilizzato per edifici ordinari ma anche per edifici di grandi dimensioni quali grattacieli, ospedali, dighe ecc. Si può dire che per opere idrauliche si utilizza praticamente solo il c.a. per il fatto che può essere modellato (plasmato).

Acciaio
Le strutture metalliche sono molto utilizzate in ambito industriale perché sono sostanzialmente strutture prefabbricate (montaggio rapido) e sono di tipo leggero.
Gli elementi portanti in acciaio sono caratterizzati da elevata resistenza e peso contenuto.

Muratura
Sono strutture che funzionano per effetto scatola.
Le murature possono essere di vario tipo:

  • pietrame disordinato
  • a sacco
  • pietrame con listature di mattoni pieni
  • in pietrame squadrato
  • in laterizi (mattoni) pieni
  • in blocchi di laterizio semipieni
  • in blocchi di laterizio forati
  • in blocchi di calcestruzzo pieni
  • in blocchi di calcestruzzo forati

Le prime tre tipologie sono le più pericolose in ambito sismico in quanto sono solitamente collegate ad una scarsa monoliticità del muro.
Una struttura i muratura,per essere antisismica, deve avere un buon ammorsamento tra i muri in corrispondenza degli incroci ed un buon collegamento tra muri e solai.
Solitamente, gli edifici in muratura portante hanno altezze contenute (max 4/5 piani).

Legno
Sono strutture di tipo leggero, questo fa si che in fase sismica sentano forze orizzontali inferiori a quelle delle altre strutture. Questa caratteristica di leggerezza è stata sfruttata per diffondere nell'immaginario comune che esse siano le più sicure in termini di antisismicità.
Sono molto sfruttate per la gestione delle emergenze abitative (ad es. post terremoto) in quanto sono molto veloci da realizzare (poche settimane).
Necessitano molta attenzione nella progettazione dei dettagli e della protezione all'acqua e nella gestione della manutenzione ordinaria.